lunedì 7 maggio 2007

Le poltrone degli enti

di Ermanno Torrico, in corso di pubblicazione su "l'Arcobaleno", n° 2/2007
Quanti cittadini conoscono la mappa della nomenclatura relativa agli enti cittadini? Non molti crediamo. Per questo “L’Arcobaleno” ne pubblica la composizione dei rispettivi CdA. Accanto ai nominativi si dà conto anche del referente politico degli amministratori.
Non si intende qui esprimere una critica qualunquistica alla pervasività dei partiti e alla pratica delle lottizzazioni. Il tema è complesso ed ha radici lontane. Al termine della guerra i partiti risultarono essere le uniche organizzazioni che avessero sufficiente prestigio per procedere alla ricostruzione morale e materiale del Paese, travolto e sfregiato dalla guerra e da vent’anni di dittatura. E’ questo un passaggio importante senza il quale non si comprenderebbero la realtà e la funzione dei partiti politici nell'Italia repubblicana. Non esisteva, tra l’altro, una precedente e vera esperienza di vita democratica e i partiti dovettero, é proprio il caso di dire, educare il paese all’esercizio della democrazia e dotarlo di un nuovo assetto istituzionale.
Da allora, e nonostante l’ esplosione di “Tangentopoli” nel 1992, i partiti hanno certamente avuto - ed hanno ancora - un ruolo egemone nella vita politica e sociale: dalle istituzioni all’economia, dall’informazione alla produzione culturale, dallo sport al tempo libero, dalle banche agli enti dalle più svariate finalità sociali. Le analisi sociologiche e storiografiche di autorevoli studiosi hanno via via messo l’accento sostanzialmente su tre fattori: la proliferazione dei partiti; la presenza di un Parlamento “forte” e di un governo “debole” che avrebbe provocato un controllo eccessivo dei partiti sul governo, una modalità impensabile in qualsiasi altro paese europeo; il controllo diretto e indiretto dell’economia e della finanza che ha rafforzato indubbiamente la presa dei partiti sulla società italiana attraverso la distribuzione di risorse, spesso a fini clientelari - si pensi alla gestione della potente leva del credito per mezzo delle banche nei cui consigli di amministrazione sedevano i rappresentanti dei partiti che intervenivano anche nella scelta dei direttori dei più importanti istituti bancari.
Da questa premessa ci preme sottolineare le finalità della nostra iniziativa. Le invettive moralistiche, accompagnate da equivoci giustizialismi, non servono a risolvere il problema che va, invece, affrontato soprattutto con strumenti culturali. Occorre lavorare per la rivalutazione dei valori etici della politica ed esigere comportamenti che non siano più percepiti dall’opinione pubblica come rispondenti ad una logica esclusivamente spartitoria e di autorappresentazione e conservazione del ceto politico. E’ indispensabile inviare dei segnali di discontinuità, inserendo in futuro nei CdA degli enti persone effettivamente competenti e capaci, a prescindere dalla loro dichiarata o presunta collocazione politica (in molti casi, presidenti e consiglieri rivestono un ruolo dirigenziale nei partiti di riferimento) e vietando di far parte nello stesso tempo di più di un CdA. Inoltre, da subito, andrebbe realizzata una maggiore trasparenza. Non tutti gli enti, infatti, tra quelli che hanno un sito internet, danno conto della composizione dei rispettivi CdA e solo il Megas spa pubblicizza, le strategie aziendali, i regolamenti e i bilanci, ma nessuno pubblicizza i compensi erogati a presidente, v.presidente, consiglieri, revisori dei conti e sindaci supplenti. Tutte informazioni più che doverose, soprattutto da parte di quegli enti che hanno adottato il bilancio sociale, vale a dire lo strumento di un vero e proprio processo di dialogo e confronto con tutti gli stakeholder (portatori di interesse) interni ed esterni, e quindi con l’intera comunità che deve essere messa in condizione di valutare l’operato degli enti.
Intanto, attraverso le informazioni che qui si pubblicano, vogliamo offrire ai lettori dell’ “Arcobaleno” alcuni dati utili a stimolare una comune riflessione e, come auspichiamo, ad aprire un dibattito che il nostro periodico sarà ben lieto di ospitare.
Megas Azienda multiservizi spa
Si costituisce per iniziativa della Provincia e di alcuni Comuni nel 1983 come Consorzio Megas per la gestione dei servizi di gas, acqua e di igiene urbana. Il Consorzio si struttura in Azienda nel 1994. Tra il 1998 e il 2001 acquisisce il servizio idrico integrato dei Comuni consorziati trasformandosi in Megas spa con un capitale sociale ripartito tra l’Amministrazione provinciale e 51 Comuni della provincia. Tra il 2002 e il 2003 attua la separazione societaria dell’attività di distribuzione del gas e di parte degli impianti idrici da quella commerciale dando vita a due distinte società: Megas Net spa e Megas Trade Srl.

Consiglio di Amministrazione

Presidente:

Luigi Gennarini (DS)

V. Presidente: Valerio Pedersini (Margherita)

Consiglieri: Aldo Enzo Darvini (SDI), Giovanni Del Monte (Rifondazione Comunista), Paolo Gelardi (Margherita), Massimo La Perna (Verdi), Mattia Marcaccini (PdCI), Paolo Maria Ottaviani (Margherita), Giuseppe Saltarelli (DS), Lucio Venerucci (DS), Manlio Giamprini (Forza Italia)Collegio Revisori dei Conti: Giorgio Quarteroni (Presidente); Chiara Mazzalveri; Aldo Ricci. Michele Fabiani, Fabio Ferrigno (Sindaci supplenti)


Megas NET Spa

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Valerio Pedersini (Margherita)

Consiglieri: Aldo Enzo Darvini (SDI), Paolo Gelardi (Margherita), Luca Acacia Scarpetti (Italia dei Valori), Paolo Maria Ottavini (Margherita), Giovanni Del Monte (Rifondazione Comunista), Giuseppe Saltarelli (DS), Carlo Ruggeri (UDC), Mattia Marcaccini (PdCI)

Collegio Revisori dei Conti: Angelo Brincivalli (Presidente), Claudio Benvenuti, Silverio de Angeli. Daniel Paoloni (Sindaco supplente)


Megas Trade Spa

Presidente (unico): Giuseppe Saltarelli (DS)

AMI-TPL Spa (Azienda per la Mobilità Integrata-Trasporto Pubblico Locale)
Gestisce il trasporto urbano di Urbino, Pesaro e Fano e quello extraurbano collegando i comuni limitrofi. Si costituisce il 1° luglio 1999 da successive trasformazioni dell’AMU, l’azienda di Autoservizi Municipalizzati Urbino, e dalla fusione con Aset Trasporti Spa di Fano. Di recente Ami-Tpl è entrata nella società consortile mista pubblico-privato “Adriabus” di cui detiene il 46.85%, la società “Il Gabbiano” (Bucci-Vitali, poi Soget) il 38.87% e il Consorzio “Gestra”, che raggruppa piccoli società di trasporto tra cui Salvadori, il 14.78%. A metà 2006 Ami-Tpl acquista Soget per cui la sua quota in Adriabus sale all’85.72%

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Maurizio Mazzoli (DS)

Consiglieri: Domenico Balducci (Verdi), Riccardo Battisti (SDI), Giancarlo Galletti (Rifondazione Comunista), Gabriele Gerboni (Pri), Giuliano Marino (La tua Fano), Giancarlo Sacchi (Margherita)

Collegio Revisori dei Conti: Franco D’Angelo (Presidente), Paolo Balestrieri, Roberto Pedinotti


AMI-Servizi Spa
Istituita nel corso del 2004, con capitale di esclusiva proprietà del Comune, per “avviare e consolidare uno strumento operativo estremamente importante per la città di Urbino” (Deliberazione del Consiglio comunale n.152 del 21.12.2004). Ami-Servizi Spa ha in gestione i servizi museali del Museo della Città, i servizi ausiliari dei nidi d’infanzia e delle scuole materne comunali, la Farmacia comunale, i parcheggi e le informazioni turistiche.

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Giorgio Ubaldi (DS)

V.Presidente: Laura Carneroli (Margherita)

Consiglieri: Andrea De Crescentini (Margherita), Davide Ceccarelli (Rifondazione Comunista), Gianluca Carrabs (Verdi)

Collegio Revisori dei Conti: Chiara Mazzalveri, Giacinto Cenerini, Paolo Balestrieri


ERSU (Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario)
L’istituzione dell’Ersu risale al 1977 con il trasferimento alle Regioni a statuto ordinario delle funzioni, dei beni e del personale delle ex Opere Universitarie la cui costituzione risaliva al 1933. Tra il 1981 e il 1996 successive leggi della Regione Marche ne hanno perfezionato l’organizzazione e le strutture presso le quattro Università marchigiane di Urbino, Ancona, Macerata e Camerino.

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Giancarlo Sacchi (Margherita - Rappresentante Regione Marche)

V.Presidente: Roberto Borgiani (DS - Rappresentante Enti Locali)

Consiglieri: Mauro Sisti (Forza Italia - Rappresentante Regione Marche), Anna Tonelli (Rappresentante Università di Urbino), Giorgio Bernardini (Rappresentante Studenti- Eletto nella Lista di Impronte Studentesche)Segretario: Massimo Fortini (Direttore)

Revisore unico: Ennio Braccioni

Amministrazione del Patrimonio del Collegio Raffaello e Legato Albani
Il lascito degli Albani alla comunità urbinate, costituito dai due grandiosi immobili, situati l’uno di fronte all’altro in Piazza della Repubblica, del Palazzo del Collegio dei nobili (Collegio Raffaello) e di Palazzo Nuovo, fu eretto a ente morale con propria personalità giuridica con lo Statuto del 1875. Le finalità statutarie ne vincolano l’uso ad attività educative e culturali e nell’interesse della comunità urbinate.

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Francesco Andreani (Margherita)

Consiglieri: Alberto Franci (SDI), Paolo Silvestrini (UDC), Mario Ceccarelli (Rifondazione Comunista), Alberto Luminati (DS)

Cappella Musicale del SS. Sacramento
La sua istituzione risale al 1507, e dunque quest’anno compie il cinquecentesimo, fu voluta dal duca Guidubaldo da Montefeltro. Lo Statuto prevedeva “il fine del culto e dell’istruzione nel canto e nel suono” e quindi il sostegno dei maestri di Cappella, dei cantori e dei musicisti. I benefici e i privilegi dell’Istituto furono confermati dai Della Rovere e in perpetuo da papa Albani, Clemente XI, nel 1703. Dopo l’unità d’Italia, nel 1864, la Cappella del SS. Sacramento è stata eretta ad ente morale laico. Lo Statuto attualmente in vigore risale al 1974.

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Antonio Fabi (PdCI)
Consiglieri: Giuseppe Saltarelli (DS), Carlo Inzerillo (DS), Silvia Bernardi (Margherita), Mario Mariotti (Forza Italia). Consiglieri nominati dall’autorità ecclesiastica vescovile: Mons. Pietro Caldari, Mons. Antonio Cecchini



Figura 1



Figura 2